mercoledì 11 settembre 2013

Le discussioni sia sulle problematiche dell'epidemiologia ambientale che dell'analisi del rischio sono temporaneamente spostate sulle liste di discussione: epidemiologia.ambientale@yahoogroups.com; AnalisidelRischio@yahoogroups.com. Ci scusiamo per il problema. L'amministratore

martedì 22 dicembre 2009

Valutazione impatto sanitario in progetti e programmi - conflitto d'interesse

Nella discussione tra i partecipanti al corso "Valutazione d'Impatto Sanitario (VIS) in progetti e programmi" organizzato a Milano il 21/12 scorso dall'ASL di Milano é sorto il quesito se si possa chiedere ad un proponente di VIA/VAS di svolgere anche indagini di VIS e nel caso quale accesso, specie se soggetto privato, possa avere ai dati sanitari. É sorto anche il dubbio se un ente pubblico, che legittimamente detiene i dati sanitari nel dettaglio necessario, possa effettuare tali valutazioni su incarico del proponente (in attivitá istituzionale o professionale) dietro compenso.

martedì 1 dicembre 2009

Siti contaminati - Roma 16 novembre 2009

Nell’ambito della Tavola rotonda tenutasi durante il convegno sui siti contaminati, organizzato dal CNR a Roma il 16 novembre scorso, il dott. E. Cadum, Responsabile Area di Epidemiologia Ambientale dell’ARPA Piemonte, ha inviato alcune interessanti riflessioni in relazione alle problematiche legate a studi epidemiologici intorno ad aree industriali e a siti inquinati. Tra le tematiche trattate nel documento, nell’ambito della comunicazione ambientale, l’autore propone l’istituzione a livello regionale del Risk Manager, una figura già presente in altri paesi, con competenze sviluppate nel campo della comunicazione dei rischi. link

Studi epidemiologici e privacy nella Regione Marche

La Regione Marche con la legge regionale n. 23 del 12 ottobre 2009, pubblicata nel BUR Marche n. 99 del 22/10/09 ha disposto che l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente delle Marche possa accedere e trattare, per progetti di ricerca epidemiologica deliberati dalla giunta regionale, dati personali e sensibili anche senza il consenso dell’interessato, previa comunicazione al Garante per la protezione dei dati personali. Fermo restando il divieto di comunicazione di detti dati questo provvedimento faciliterà grandemente l’attività epidemiologica dell’ARPAM. La legge di fatto ha equiparato i progetti di ricerca regionali con i progetti ministeriali finalizzati, ex art. 12 bis del Decreto legislativo 502/1992. Link

Osservatorio Epidemiologico Ambientale nelle Marche

E’ stato istituito, con delibera n. 1500 del 28 settembre 2009, l’Osservatorio Epidemiologico Ambientale (OEA) nella Regione Marche.
L’OEA affronterà in modo più integrato ed efficace le problematiche di epidemiologia ambientale e sarà di supporto per lo studio anche a livello locale delle problematiche legate agli
impatti ambientali. I compiti principali saranno le valutazioni epidemiologiche, la consulenza tossicologica ambientale, la gestione dei dati ambientali e sanitari e la sorveglianza ambientale e sanitaria delle popolazioni residenti in aree con maggiore pressione ambientale. L’Osservatorio sarà composto da personale sia dell’ARPAM che del Sistema Sanitario Regionale (SSR) e dell’ARS e avrà la sede di riferimento presso l’ARPAM. Gli enti coinvolti nell’OEA sono già stati invitati a stipulare un accordo. Link

domenica 30 novembre 2008

Risposta al commento di Paolo Crosignani (vedi commenti al primo post)

Caro Paolo,
grazie delle osservazioni; in effetti la proposta non deve essere stata spiegata molto chiaramente nel documento se la conclusione del lettore e' quella della costituzione di una struttura in piu'.
Non e' cosi': la struttura immaginata si configurerebbe come Istituto di Ricerca a Carattere Scientifico (IRCS); sarebbe una casa comune per i servizi di epidemiologia di vario genere (occupazionale, ambientale, sociale, delle dipendenze, ecc) gia' esistenti in una regione ( o su piu' regioni, vedi Istituti Zooprofilattici Sperimentali), ne eviterebbe la frammentazione e potenzierebbe l'impact factor, la capacita' di attrazione di fondi, l'indipendenza dalle istituzioni in cui oggi sono incardinati, con i relativi problemi amministrativi.
Una sorta di Institute of epidemiology and public health regionale o sovraregionale (laddove i professionisti a livello regionale sono troppo pochi), che raccoglierebbe in uno spazio comune fisico (o virtuale se vi sono ragioni a mantenere una suddivisione territoriale dei vari servizi esistenti) i professionisti di una stessa disciplina, cioe' l'epidemiologia (e la biostatistica).
La loro committenza istituzionale e i doveri sarebbero fissati da un atto aziendale (ARPA, ASL, Regione, Provincia, Comuni, altri Enti Locali) superando l'anarchia totale oggi esistente su questo punto (molto simile a condizioni di far west in cui ogni servizio epidemiologico si occupa di cio' che vuole) ma con uno spazio ampio di ricerca e formazione permanente (se si vuole anche di scambio di personale ed esperienze tra diverse istituzioni regionali ).

Se si e' arrivati a costituire Dipartimenti materno-infantili, neuro-psichiatrici o di salute mentale, di emergenza a livello di ASL, Dipartimenti di ogni genere a livello di Azienda Ospedaliera e Dipartimenti vari a livello universitario, razionalizzando servizi simili frammentati sul territorio, perche' non dovrebbe essere possibile una struttura a carattere regionale (visto l'ambito di attivita' e il bacino di utenza) che interpreti il vecchio mandato della 833 di costituzione dell'Osservatorio Epidemiologico Regionale, quasi ovunque disapplicata e svuotata, ma riveduto e integrato con quanto e' cresciuto nei vari anni (registri di patologia, sistemi informativi ecc), costituito o in rete virtuale o in una unica struttura fisica (a seconda e con una dizione piu' rispondente alle attuali esigenze? E soprattutto indipendnte economicamente e amministrativamente con budget in parte fisso e in parte variabile per finanziamenti esterni...

Spero di essere stato un po' piu' chiaro di quanto riportato nel documento, che era stato forzatamente limitato a 2 pagine.

Mi rendo conto che si tratta di visioni (soprattutto in un momento politico in cui solo le Fondazioni Private sembrano avere futuro), ma garantisco che non ho assunto sostanze allucinanti ne' proibite (tutt'al piu' un bicchiere di barbaresco per darmi coraggio nel gettare questo sasso)

Ciao Ennio
Risposta al commento di Paolo Crosignani (vedi commenti al primo post)

Caro Paolo,
ti ringrazio e ti confesso di condividere alcune tue perplessità.
Il documento è frutto di una mediazione di esperienze nazionali e locali per cui è inevitabilmente generico e non propone ipotesi organizzative preconfezionate ma vuole far venire allo scoperto l'eventuale disagio esistente tra gli operatori e quindi stimolare un dibattito costruttivo.
A livello locale (regione Marche) la Rete Epidemiologica regionale Marche, costituita formalmente con delibera regionale, non ha raggiunto gli obiettivi proposti e nei prossimi anni è difficile prevedere un incremento di risorse e di efficacia.
Da qui la necessità di unire le poche forze disponibili o almeno di predisporre un coordinamento più forte. Da anni io sto proponendo la costituzione, anche con la fusione di tre Agenzie regionali esistenti (ARS, ASSAM, ARPAM), di una unica Agenzia Regionale per la Prevenzione e l'Ambiente che inglobi anche i Dipartimentidi Prevenzione delle zone territoriali dell'unica ASL regionale.
Per la parte epidemiologica questa struttura dovrebbe costituire il nodo principale e di riferimento di una nuova rete epidemiologica regionale. La realtà politica e sociale regionale non è purtroppo ancora matura percomprendere tale proposta.
Nella speranza che anche altri colleghi vogliano entrare con loro proposte nella discussione ti porgo i più cari saluti.
Mauro Mariottini